Siti UNESCO

La Thailandia è una destinazione turistica completa: le bellezze naturali e l’alto standard alberghiero e dei servizi, la qualità e la ricercatezza del cibo e la possibilità di effettuare qualsiasi tipo di sport, i trattamenti olistici, termali, medici e l’arte del massaggio, la cultura dell’ospitalità e del sorriso, la modernità che si contrappone alla tradizione e il buon rapporto qualità-prezzo rendono questa destinazione veramente speciale. Tuttavia, la Thailandia non è solo Phuket, il Full Moon Party e le isole di Krabi; questo meraviglioso paese ha un ricco e affascinante patrimonio culturale. Ed infatti l’UNESCO ha identificato 7 siti da includere nella lista del Patrimonio Mondiale dell’Umanità:

-Il Sito Archeologico di Ban Chiang (1992)

-La Città Storica di Sukhothai e città storiche associate (1991)

-La Città Storica di Ayutthaya (1991)

-Il Complesso Forestale di Dong Phayayen-Khao Yai (2005)

-Il Santuario della Vita Selvatica di Thungyai-Huai Kha Khaeng (1991).

-Il Parco Nazionale Kaeng Krachan (1981)

-Il Parco Archeologico di Si-Thep (2023)

I primi tre sono siti culturali, i restanti quattro naturalistici.

BAN CHIANG

Primo e unico insediamento preistorico trovato nel Sud-Est asiatico, Ban Chiang è un sito archeologico situato nel distretto di Nong Han, nella provincia di Udon Thani. Scoperto nel 1957, divenne subito noto grazie ai rinvenimenti di un tipico vasellame colorato di rosso.

I primi scavi vennero effettuati 10 anni dopo e portarono alla luce numerosi scheletri e offerte funerarie in bronzo. Vennero rinvenuti anche frammenti di riso che hanno dimostrato l’esistenza in zona di insediamenti agricoli risalenti all’età del bronzo.

Le tombe più antiche non contengono bronzo e sono eredità della cultura neolitica, le più recenti invece sono dell’età del ferro. I primi artefatti risalgono al periodo tra il 4420 a.C. ed il 3400 a.C.

L’età del bronzo iniziò verso il 2000 a.C. e con gli scavi del 1974-75 è stato recuperato materiale sufficiente da permettere l’esame con il metodo del carbonio-14. Ciò ha consentito di datare le ultime tombe attorno al periodo tra il 2100 a.C. ed il 200 d.C.

Gli oggetti rinvenuti comprendono braccialetti, anelli, cavigliere, cavi ed aste, punte di lancia, asce, ganci, spade e piccole campane.

 

CITTÀ STORICA DI SUKHOTHAI E CITTÀ STORICHE ASSOCIATE (Si Satchanalai & Kamphaeng Pet)

Il Parco Storico di Sukhothai racchiude le rovine di Sukhothai.

Prima capitale del Regno del Siam tra il XIII ed il XIV secolo (1238-1351), si trova nel quadrante settentrionale del Paese nei pressi dell’attuale città di Sukhothai, capitale dell’omonima provincia. Le mura cittadine formano un rettangolo lungo due chilometri circa sull’asse est-ovest e 1,6 chilometri su quello nord-sud.

Al centro di ogni lato si trova una porta d’entrata. All’interno si trovano le rovine del palazzo reale e di 26 templi, il più grande dei quali è il Wat Mahathat. Il parco è curato dal Fine Arts Department of Thailand con la supervisione dell’UNESCO che l’ha dichiarato patrimonio dell’umanità nel 1991, insieme ai vicini parchi di Kampaeng Phet e di Si Satchanalai.

Il parco – senza dubbio il più importante della Thailandia – viene visitato ogni anno da migliaia di visitatori affascinati dagli antichi Buddha, dai palazzi e dalle rovine dei templi. Può essere girato comodamente in bici o a piedi. Sukhothai, ovvero “alba della felicità” in thailandese, diventò la capitale del Regno nel 1238, dopo che le forze armate siamesi riuscirono a spodestare i khmer dalla città, fino a quel momento un’importante base proprio dell’omonimo Impero.

Il figlio del primo re, Ramkhamhaeng il Grande, salì al trono nel 1278 e regnò per quarant’anni: questo sovrano fu un abile guerriero che riuscì a trasformare Sukhothai nella capitale di un regno vasto e potente che si estendeva su molti territori dell’Asia. Il re instaurò inoltre relazioni politiche con la vicina Cina che visitò più volte e proprio da questo Paese arrivarono gli artigiani che insegnarono ai thailandesi raffinate tecniche per la produzione delle ceramiche, per le quali questa provincia è tutt’ora conosciuta.

L’innovazione più grande apportata dal Re Ramkhamhaeng fu comunque la creazione di un sistema unificato di scrittura attraverso la fusione dei vari alfabeti khmer, dando vita nel 1283 al primo esempio di lingua Thai nella forma usata ancora oggi.

Il sovrano contribuì inoltre alla diffusione di cultura e religione tra il popolo thailandese: proprio grazie al suo impegno il Buddismo divenne la principale religione in tutto il Regno, base per lo sviluppo di alcune delle popolari forme artistiche thailandesi. Sukhothai rimase la capitale del Regno fino all’ascesa di Ayutthaya nel 1351.

AYUTTHAYA

Ayutthaya (nome completo: Phra Nakhon Si Ayutthaya) è il capoluogo della provincia di Ayutthaya. Conta una popolazione di poco superiore alle 800,000 unità. Attualmente le rovine della città antica formano il cosiddetto “Parco Storico di Ayutthaya”.

Dal 1991 Patrimonio dell’Umanità UNESCO, si trova su di un’isola alla confluenza di tre fiumi: Chao Phraya, Pasak e Lopburi, 70 km a nord della capitale Bangkok. L’isola è il risultato di una sedimentazione secolare.

Dopo un primo insediamento dei Khmer, il principe Ramathibodi I (Re Uthong) estese la città e, nel 1351, la fece diventare capitale del proprio regno, dopo essere fuggito qui da Lopburi a causa di un’epidemia. Per 400 anni (tra il 1351 e il 1767) ben 35 re si susseguirono sul trono controllando grandi parti del Siam, abbellendo ed estendendo continuamente la capitale.

A partire dal XVI secolo i commercianti europei arrivarono in città contribuendo al suo splendore architettonico. Durante i suoi anni migliori Ayutthaya fu una metropoli con tre palazzi reali, 375 templi e 94 porte di ingresso alla città, protetta da 29 fortezze difensive. Circa 300.000 tra francesi, portoghesi, britannici, olandesi e giapponesi vissero nei suoi distretti urbani, separati dai circa 1. 000. 000 di siamesi.

Gli europei possedevano proprie chiese, tra cui la cattedrale di San Giuseppe del XVIII secolo, tuttora esistente. L’enorme sviluppo dell’architettura, della pittura e della letteratura è un chiaro indice di prosperità.

L’oro era il metallo più usato; per le rilegature dei libri, per i dipinti, per gli edifici (molti stupa erano ricoperti d’oro). Inizialmente la città era difesa con palizzate e barriere in terra, potenziate nel 1550 con mura in mattoni.

Subì vari assedi da parte dei birmani nel corso della storia, prima di essere conquistata, saccheggiata e quasi completamente distrutta il 7 aprile 1767. Ayutthaya non si riprese più da questo disastro, e passò poco tempo prima che re Rama I spostasse la capitale a Bangkok. La città in seguito venne ricostruita più ad est rispetto alla sua posizione originale.

 

COMPLESSO FORESTALE DI DONG PHAYAYEN & PARCO NAZIONALE DI KHAO YAI

Dong Phayayen (in Thai, Giungla del Signore di Ghiaccio) è una catena montuosa della Thailandia centrale. È un’estensione dei monti Phetchabun, e segna il confine tra la valle del fiume Chao Phraya e l’altopiano di Khorat nel nord-est.

Ha una lunghezza di circa 230 chilometri, e prosegue con il nome di monti Cardamom verso sud, e di monti Dângrêk ad est. Le montagne sono bagnate da numerosi affluenti dei fiumi Mun e Prachinburi.

L’area ha un’altitudine che spazia da 100 a 1.351 metri slm, ed il Khao Rom è il monte più alto. Su queste montagne sono dislocati numerosi parchi nazionali, il più famoso dei quali è il Khao Yai, che è anche il più antico parco thailandese.

Altri parchi sono il Ta Phraya al confine con la Cambogia, il Thap Lan, il Pangsida, il Phra Phutthachai ed il Dongyai Wildlife Sanctuary; messi insieme coprono un’area di 6.155 km². Nel 2005 le foreste di Dong Phayayen sono state inserite dall’UNESCO tra i Patrimoni dell’Umanità.

Il Parco nazionale di Khao Yai (200 km a nord est di Bangkok) si estende per la maggior parte nella provincia di Nakhon Ratchasima (Khorat), ma sconfina anche in quelle di Saraburi, Prachinburi and Nakhon Nayok: è il più antico della Thailandia, fondato nel settembre del 1962.

Nel 1982 è stato poi inserito nella lista dei siti considerati patrimonio mondiale dell’ASEAN, grazie anche alla varietà di flora e fauna. Il Parco è stato anche nominato sito Patrimonio Mondiale dell’Umanità dall’UNESCO.

Khao Yai è in termini di grandezza il terzo Parco Nazionale più grande del Paese, coprendo un’area di 2165,55 km quadrati. Inoltre Khao Yai fa parte del Dongrak Range, un’importante catena montuosa.

Vi sono all’ interno del parco ben 3000 specie di piante, 320 specie di uccelli e 67 specie di mammiferi, incluso l’orso nero asiatico, l’elefante asiatico, tigri, gibboni e maiali selvatici. Le spettacolari cascate di Heo Narok ed Haeo Suwat, quest’ ultima resa famosa dal film “The Beach”, raggiungono invece gli 80 metri.

SANTUARI DELLA VITA SELVATICA DI THUNGYAI & HUAI KHA KHAENG

Il Santuario della vita selvatica di Thungyai è un’area protetta della Thailandia. È situata a cavallo tra la parte settentrionale della provincia di Kanchanaburi e quella meridionale della provincia di Tak.

Il santuario venne creato nel 1974 ed in seguito dichiarato patrimonio dell’umanità dall’UNESCO, in coppia con il santuario della vita selvatica di Huai Kha Khaeng. Durante il Regno di Ayutthaya, Re Naresuan per due volte (nel 1590 e nel 1605) stabilì la sua base nel santuario prima dell’invasione dei birmani. In seguito il sito prese il nome di Thungyai Naresuan, che significa in Thai “I grandi campi di Naresuan”.

L’area è da sempre pressoché disabitata. Le boscose colline non favoriscono l’agricoltura e la zona non è mai stata bonificata. Ciò ha permesso di mantenere un perfetto isolamento dall’uomo ed il conseguente mantenimento dell’habitat.

Per questo motivo, molte delle specie animali selvatiche tipiche del sud-est asiatico possono essere trovate qui, incluse alcune rare come le tigri. Il santuario appartiene alla zona tropicale o sub-tropicale e la temperatura media oscilla tra i 15 ed i 35 gradi. 15°-29° nella stagione delle piogge e 20°-35° in quella asciutta.

Il Santuario della vita selvatica di Huai Kha Khaeng è un’altra importante area protetta in Thailandia. Il Wildlife Sanctuary, patrimonio UNESCO dal 1991, si estende su una superficie di circa 369.000 ettari ed è la più grande area protetta del paese.

Insieme con l’adiacente Huai Kha Khaeng Wildlife Sanctuary costituisce l’area centrale di un complesso forestale che rappresenta il più grande agglomerato di area protetta contigua in Indocina, 622.200 ettari. In questa zona sono presenti tutti i tipi di habitat esistenti in Thailandia.

Foreste sempreverdi montane coprono circa il 15% del santuario e si trovano lungo i crinali di montagna sopra i 1.000 metri, dove i livelli di umidità sono elevati.

Foreste sempreverdi stagionali o secche si trovano su circa il 31% della superficie, prevalentemente su terreni che si trovano fra 800-1000 metri di altitudine.

Foreste sempreverdi a galleria si trovano lungo i corsi d’acqua permanenti, dove l’umidità è alta e il terreno perennemente umido. Sono spesso classificate come foreste sempreverdi secche, particolarmente importanti per la fauna del santuario.

Foresta di latifoglie mista è il tipo più comune di foresta a Thungyai: copre circa il 45%, soprattutto nelle aree al di sotto di 800 metri di altitudine.

La foresta dipterocarpa secca è una formazione unica del Sud-est asiatico e si trova su circa l’uno per cento del territorio. Le Dipterocarpacee sono una famiglia di alberi diffusi soprattutto nelle foreste tropicali di bassa quota.

Savana e praterie coprono circa il 4%, cioè 140 kmq al centro del santuario.

Il restante 4% della superficie è classificato come foresta secondaria: aree incolte e campi per il “taglia e brucia”. Comprende però le foreste di bambù.

 

PARCO ARCHEOLOGICO DI SI-THEP

Il Comitato del Patrimonio Mondiale dell’UNESCO ha elencato “l’antica città di Si Thep e i suoi monumenti Dvaravati associati” come sito del patrimonio culturale mondiale, portando a sette il numero dei siti patrimonio mondiale dell’Umanità in Thailandia.

Secondo la Lista del Patrimonio Mondiale, Si Thep è composta da tre parti: un caratteristico sito gemellato, caratterizzato da una città interna e una esterna circondate da fossati, il massiccio Khao Klang Nok e la grotta di Khao Thamorrat.

Questi siti rappresentano l’architettura, le tradizioni artistiche e la diversità religiosa dell’Impero Dvaravati che prosperò nella Thailandia centrale dal VI al X secolo. L’adattamento locale di queste tradizioni ha portato a una tradizione artistica distintiva conosciuta come la Scuola d’Arte Si Thep, che in seguito ha influenzato altre civiltà nel sud-est asiatico.

Gli altri siti del patrimonio mondiale esistenti in Thailandia comprendono tre siti culturali – Città storica di Sukhothai e città storiche associate (1991), Città storica di Ayutthaya (1991) e Sito archeologico di Ban Chiang (1992) – e tre siti naturali – Thungyai-Huai I santuari della fauna selvatica di Kha Khaeng (1991), il complesso forestale di Dong Phayayen-Khao Yai (2005) e il complesso forestale di Kaeng Krachan (2021).

Per commemorare l’inserimento nell’elenco, si terrà una mostra speciale sul Parco storico di Si Thep e sulla sua importanza come patrimonio mondiale presso il Museo Nazionale di Bangkok.

L’antica città di Si Thep si trova nella provincia di Phetchabun, a circa 340 km a nord di Bangkok. Phetchabun è famosa soprattutto per i suoi meravigliosi paesaggi circondati da montagne nebbiose ed è una destinazione popolare per il trekking e il campeggio.

Tra le famose attrazioni di Phetchabun ci sono diversi parchi nazionali – Khao Kho, Nam Nao, Phu Hin Rong Kla e Thung Salaeng Luang – e la sua montagna più alta Phu Thap Boek, le cinque statue bianche di Buddha sovrapposte di Wat Phrathat Pha Son Kaeo e la cascata That Yai, uno dei 25 siti finalisti della campagna “Unseen New Chapters”.

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