Isole Surin, meraviglie nel mare Andamano

Siamo nella provincia di Phang-nga. A meno di due ore di distanza in motoscafo da Khao Lak (il pier migliore per raggiungerle è quello di Khuraburi), troviamo un’altra destinazione da non mancare. Le Isole Surin sono un arcipelago di 5 isole (Koh Surin Nua, Koh Surin Tai, Koh Kai, Koh Ri e Koh Klang), piccoli paradisi tropicali incontaminati. Sono ancora oggi selvagge e occupano la zona più remota del Mare delle Andamane offrendo meraviglie naturali incredibili. Queste isole si sono salvate dall’invasione della modernità e del turismo, restando vergini e disabitate, soprattutto grazie alla decisione del governo thailandese di farne un’area protetta. Abitate solo dai ranger del parco nazionale e dai Moken. Chiamati Chao Ley (in thailandese “zingari del mare”), vivono dal largo della costa sud del Myanmar fino alle Isole Surin e hanno imparato ad adattare la loro vita all’habitat marino. Restano sulla terra ferma solo durante il periodo dei monsoni. Sono una popolazione animista ed hanno un grande rispetto per l’ambiente e le risorse naturali; le loro conoscenze riguardo la flora e fauna locali risultano fondamentali per preservare al meglio questi luoghi. Grazie alla vita in simbiosi con il mare hanno sviluppato capacità incredibili nelle immersioni ed è provato che la visibilità subacquea dei bambini Moken è doppia rispetto a quella dei bambini occidentali.

Le isole offrono snorkeling e diving tra i più belli al mondo con vaste e bellissime barriere coralline, splendidi fondali e acque trasparenti, ma anche giungla primordiale, foreste di mangrovie e ampie spiagge bianche. Qui si trova il Richelieu Rock, rinomato come uno dei luoghi di immersione migliori del pianeta, ma le acque attorno alle Isole Surin offrono tantissime alternative, sia per principianti che per i più esperti, divers ed amanti dello snorkeling. Anche chi non avesse tanta confidenza con il mare avrà la possibilità di ammirare tartarughe o innocui squaletti a spasso tra fondali coloratissimi.

Koh Phra Thong (Golden Buddha Island in Thai) fa parte dell’arcipelago. Situata a circa 40 km a nord di Khao Lak  è un tesoro di giungla e spiagge affacciato sul Mar delle Andamane, lontano dalle rotte più battute del turismo internazionale. La leggenda vuole che un gruppo di pirati in fuga vi abbia seppellito un buddha d’oro, come testimonia il nome stesso dell’isola. Come se già nell’antichità fosse considerata una specie di scrigno sacro. E così in effetti si è conservata.

Come con la maggior parte delle isole lungo la costa delle province di Phang Nga e Ranong, presenta tre stili principali di paesaggio: la foresta di mangrovie sulla costa orientale, spiagge di sabbia bianca, isolotti rocciosi sulla costa occidentale e, unica in Thailandia, la zona centrale dell’isola che ha tutte le caratteristiche di una savana africana. L’isola conta appena 300 abitanti che vivono di pesca e agricoltura ma la caratteristica principale di Koh Phra Thong è il forte legame con la natura che offre ai suoi visitatori. C’è la concreta possibilità di avvistare oltre 100 specie di uccelli, i timidi cervi Sambar, i gatti pescatori, leopardi e tartarughe marine. Poca la scelta per gli alloggi: la maggior parte delle sistemazioni sulla costa occidentale dell’isola sono semplici resort con bungalow in murature, bambù e paglia. Il miglior periodo per la visita dell’area va da novembre ad aprile.

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