Il naufragio che fece nascere Phuket

C’era una volta una colossale rotta marittima di 6.400 Km che permetteva scambi commerciali, e non solo, tra il mondo orientale e quello occidentale. La Sea Silk Road. Lungo questa via che collegava paesi, città e porti commerciali, navi mercantili trasportavano e commerciavano merci come sete, oro, giada, tè e spezie.

Proprio nel periodo d’oro della via della seta marittima, prima ancora che i portoghesi arrivassero in Thailandia, una carovana partì dall’Europa meridionale e si mise in viaggio alla volta della Cina orientale, raccogliendo e vendendo merci in Europa orientale, Africa, Medio Oriente e Asia meridionale. Al momento di lasciare ogni porto lungo il percorso, sempre più navi mercantili si unirono al viaggio, e la carovana crebbe a dismisura.

Costituita da uomini e donne di diverse origini e culture, la carovana fu un’occasione unica di conoscenza. Coloro che viaggiarono insieme durante il lungo tragitto poterono scambiare e completare le loro convinzioni e competenze. Si formò tra loro un forte legame e diventarono una vera e propria comunità nomade diversificata. I membri della carovana non erano solo diversi nelle culture ma anche nelle professioni e nelle abilità. C’erano ingegneri, navigatori, carpentieri, commercianti, artisti, filosofi, agricoltori, solo per citarne alcuni. Tutti svolsero ruoli distinti e importanti per la sopravvivenza della comunità. Durante la traversata dell’Oceano Indiano incontrarono una formidabile tempesta e molte navi furono affondate e perse. I bastimenti superstiti si dispersero in mare.  La malconcia carovana si trovò quindi alla deriva nel vasto oceano, lontano dal percorso tracciato. Considerando il danno arrecato alla flotta e l’estrema stanchezza dei viaggiatori bisognava trovare terra per recuperare le forze, la salute e per rifornirsi di provviste.

Fu così che carpentieri e ingegneri si misero all’opera per riparare le navi e tutti si adoperarono nel modo migliore possibile affinchè la carovana potesse riprendere il cammino. Ripreso il viaggio e orientandosi con le stelle i navigatori approdarono su un promontorio nel Mar delle Andamane. Questo capo, noto come “Capo Jungceylon” e originariamente parte della provincia di Phang Nga, è quello che oggi è conosciuto come Isola di Phuket.

La carovana aveva finalmente trovato un rifugio sicuro su un’isola che vantava abbondanza d’acqua, una terra fertile, abbondanti noci di cocco, frutta esotica e pesce. Il gruppo scoprì presto che questo luogo era davvero ricco di risorse. Il terreno era perfetto per l’agricoltura. L’acqua era pulita, limpida e abbondante. Il clima tropicale. Era una situazione talmente allettante che questa “tribù”, un tempo nomade, cominciò a prendere in considerazione la possibilità di fermarsi. Si decise allora di costruire un primo villaggio sulla collina. Montagne e la natura rigogliosa li avrebbero protetti, pur mantenendo una vista ampia e completa sulla baia.

C’era naturalmente la preoccupazione che le diversità all’interno del gruppo potessero scontrarsi e offendersi, d’altro canto molti provenivano da ambienti spesso diversissimi tra loro. Tuttavia, queste persone furono in grado di accettare le differenze creando una comunità veramente straordinaria, unificata e pacifica.

La comunità era composta da quattro clan, ognuno con credenze e stili di vita distinti. Mantenevano le loro tradizioni e condividevano le loro conoscenze e credenze, rimanendo utili e rispettosi l’uno dell’altro.

PA-TA-PEA

Il clan Pa-Ta-Pea (Clan della Terra) credeva che essere collegati alla terra avrebbe portato loro benefici per la salute. Non solo avrebbero costruito le loro case sul terreno, ma avrebbero anche incorporato la terra nelle loro pareti, tetti e mobili. Persino i letti su cui dormivano erano fatti di terra e argilla. Questo clan era composto da contadini, pescatori, giardinieri, carpentieri, fabbri e minatori.

Khon-JORN

Il Clan Khon-Jorn (Clan Nomade) era un gruppo avventuroso composto da foraggieri, pastori, artisti, commercianti ed esploratori che passavano il loro tempo a scambiare merci le tribù incontrate durante i loro viaggi. A causa dei loro modi nomadi, preferirono costruire case semi-permanenti in modo da potersi spostare facilmente.

WE-HA

Il clan We-Ha (Clan del Cielo) si riteneva avesse una comprensione avanzata dell’universo.  Questo saggio gruppo voleva essere il più vicino possibile al cielo per elevare la propria creatività e libertà e lo hanno fatto elevando le loro case da terra con conoscenze ingegneristiche avanzate. Il clan includeva i talenti di guaritori, creatori, architetti e inventori.

RUNG-NOK

Il clan Rung-Nok (Clan del Nido) godeva di uno stile di vita opulento e bramava l’esclusività. Si pensava che il clan fosse superiore sia nell’intelletto che nella creatività e comprendeva artisti, attori, musicisti, astrologi, filosofi e poeti. Credevano che il futuro potesse essere previsto dall’astrologia. Usavano lavarsi al chiaro di luna convinti che le loro anime sarebbero così rinate. Alcuni dicono che questo è il motivo per cui sono stati i più intellettuali e creativi fra i clan.

Questa comunità, così diversa ma allo stesso tempo integrata era molto interessata al benessere psicofisico. Sopravvissuti alla tempesta brutale che li aveva colti nell’Oceano ed agli anni di dura esistenza nomade, coltivarono una vasta conoscenza del corpo umano, delle medicine a base di erbe ai trattamenti olistici del corpo e della mente. Col passare del tempo, hanno lasciato la loro impronta in questo piccolo angolo del mondo, tracce di una civiltà unica in cui continuano, sebbene in parte, le loro convinzioni, le loro arti, le loro tradizioni e il loro stile di vita.

Luoghi più visitati

Follow us

Seguici sui Social Media